Raffaella Wellness Program


ahhh...ma è un gallo brasileiro!

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  1. alberto60
     
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    Agosto 2000

    E' mattina presto, sto facendo colazione nell'albergo, la giornata è bella e silenziosa, l'aria fresca e pulita entra dalla finestra aperta. Qui siamo in pieno inverno. Penso ancora a che cavolo ci faccio io in questo paese dal nome impronunciabile, Pindamonhangaba, per gli amici solo Pinda.

    Sono arrivato due giorni fa, non pensavo che SanPaolo fosse così lontana da Houston, 11 ore di volo!
    L'olandese e l'inglese non sono ancora scesi, l'albergo è poco popolato, sembra esserci solo il personale di servizio, di una cortesia squisita, oltre a noi tre...

    E' strano questo lusso qui in mezzo, stona parecchio, ma mi ci immergo...

    Guardo fuori la splendida piscina a forma di quadrifoglio irregolare, con delle specie di penisole con piantate dentro delle piccole palme.

    Poco spostato, un grande gazebo con bar e pista da ballo. Sotto la finestra, un'altra piscina rettangolare più adatta al nuoto, con ai bordi qualche attrezzo per fare ginnastica.
    Attorno a questa piscina, alcuni scavi indicano che i lavori non sono ancora finiti, chissà cos'altro faranno.

    La collina brulla alla mia destra è coperta da termitai, mentre su quella erbosa alla mia sinistra, placide mucche color lattemacchiato pascolano tranquille, precedute da uccelli neri simili a merli, che sembrano indicare loro l'erba da brucare (solo osservando meglio in un secondo tempo, capisco che l'avvicinarsi delle mucche provoca la fuga di vermi ed insetti, prontamente acchiappati dagli uccelli). Su entrambe le colline qualche baracca. Nel cielo, non molto alti, piccoli avvoltoi perlustrano con ampi cerchi concentrici la zona sottostante.

    Un particolare curioso richiama la mia attenzione: un termitaio è stato costruito in modo da essere diviso in due parti uguali dalla rete che stabilisce il limite della proprietà dell'albergo. Sorrido tra me e mi chiedo se dentro ci saranno le termiti ricche e le termiti povere...

    L'altroieri, venendo qui da San Paolo in macchina, l'autista non era di molte parole, così ho potuto concentrarmi sul paesaggio, un susseguirsi ininterrotto e disordinato di colline a perdita d'occhio in tutte le direzioni. Colline a tema. Oltre a quelle dei termitai e delle mucche, quelle degli eucalipti, dei pini, delle palme, quelle nude di terra rossa, quelle di terra gialla e quelle di terra grigia.

    La ferrovia corre parallela all'autostrada, le case sono tutte povere, i bambini giocano con piccoli aquiloni che si impigliano nei fili elettrici e telefonici, posso vederne i resti che penzolano e si agitano al vento lungo tutto il tragitto.

    Sarebbe così bello questo Paese! Sono convinto che qui potrebbero stare tutti bene, tutti conosciamo le risorse del Brasile, ma da quello che vedo, non è proprio così.

    Vengo dall'America, colgo agevolmente il divario...nel tubificio il caffè lo si beve in certi bicchierini di plastica così sottili che sembra si debbano fondere da un momento all'altro. Stesso discorso per i tovaglioli di carta...con un tovagliolo americano i brasiliani ne farebbero come minimo 20...

    Eppure, come è sublime la cucina brasiliana! Tanto fa schifo quella americana, così è gustosa la brasiliana, nella mensa del tubificio ho persino mangiato la trippa come la faceva mia nonna, eheheheheheh

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    DOMENICA
    La domenica abbiamo il tempo di fare una scampagnata. Decidiamo di andare ad Ubatuba, il mare più vicino a Pinda, 95 chilometri, dicono che è molto bello, ma di stare attenti alla strada.

    Con l'olandese al volante (eheheheh) ne percorriamo 80 tra le solite colline, andando su e giù sempre tra i 6-700 metri di quota (mi diverto a smanettare con l'altimetro - i miei compagni mi prendono in giro chiedendomi continuamente a che altezza siamo - io sto al gioco), poi saliamo fino ai 1000 metri per trovarci in mezzo alle nuvole e ad una vegetazione fittissima fatta da tutte le piante possibili ed immaginabili, comprese quelle che vedete solo dal fiorista.

    Improvvisamente il cielo si squarcia e vediamo il mare dall'alto, come se fossimo sull'orlo di un precipizio.

    Si vedono le solite disordinate colline, questa volta immerse nel mare, che fanno da corona ad una profonda insenatura. Inizia una discesa da fare paura, con tornanti assurdi stile scala a chiocciola, ed in men che non si dica siamo ad Ubatuba.

    Anche qui mi trovo, inaspettatamente, a fare di nuovo i conti con la povertà che ci circonda.
    Il posto è bello, paesaggisticamente parlando, ma le case, i negozi, le strade, le macchine, i telefoni pubblici, la spiaggia, il parco giochi, tutto trasuda miseria e povertà.

    Le grandi e numerosissime antenne paraboliche, lo "skydiver club" ed un orribile, deturpante e fortunatamente piccolo complesso turistico, non bastano a togliermi questa idea. E quello che mi fa più rabbia e tristezza è la sensazione che qui la gente sia consapevolmente povera.

    L'altro giorno, quando siamo arrivati al tubificio, c'era parecchio movimento, all'ingresso principale.

    Abbiamo dapprima pensato ad uno sciopero, una manifestazione. Però la fila di centinaia di persone era troppo ordinata, per cui, ci siamo informati su cosa stava succedendo. Niente, è normale, ci hanno risposto, il tubificio cerca 15 persone per un lavoro a tempo determinato...

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    LUNEDI'
    Lunedì mattina, ore 6 e 30, stesso albergo e stessa colazione abbondante e ricca, stesso paesaggio dalla finestra, stessi pensieri che vanno e vengono, in solitudine.

    Un gallo, sulla collina dei termitai, si avvicina, guarda al di qua della rete allungando il collo, gonfia il petto, esplode il suo "chicchirichììì" con tutta la sua forza, arruffa le penne, si scuote tutto dalla cresta agli speroni, graffia la terra ruspando con le zampe, si riassetta, si gira..... e se ne va.
     
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